tag:blogger.com,1999:blog-79502466838509858752024-03-08T15:44:54.352+01:00Singhiozzi di CinemaMarta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.comBlogger64125tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-50292808308072532572021-05-30T16:14:00.001+02:002021-05-30T16:14:44.699+02:00La sentinella<iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/QGvctgqZ1Ok" width="320" youtube-src-id="QGvctgqZ1Ok"></iframe><br /><br /><div>Titolo originale: Sentinelle<br />Regia: Julien Leclercq<br />Francia 2021, durata: 80 minuti<br /><br />Revenge movie totalmente privo di tensione, un susseguirsi di passaggi prevedibili e risvolti nonsense (così come la scelta del titolo).</div><div>Tutto è talmente già visto, piatto e insignificante che neanche la meravigliosa Olga Kurylenko riesce a salvare la situazione.</div><div>Finale di dubbia verosimiglianza, perfettamente in linea con il resto del film, di credibilità e rilevanza praticamente inesistenti.</div><div>Unica nota positiva, il patimento dura relativamente poco.<br /><br />In una parola: bolso<div>Voto: 4</div><div> </div></div>Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-16686291095088679622021-05-23T19:50:00.008+02:002021-05-30T16:15:43.209+02:00The Secret - La forza di sognare<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/de_NYbCoM2I" width="320" youtube-src-id="de_NYbCoM2I"></iframe></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>Titolo originale: The Secret: Dare to Dream<br />Regia: Andy Tennant<br />Usa 2020, durata: 107 minuti<div><br />Basato sul libro/raccolta di interviste <i>The Secret</i> dell'australiana Rhonda Byrne, a sua volta basato sul documentario omonimo del 2006.<br />La minacciosa tempesta Hazel si sta per abbattere sulla costa della Louisiana e sulla vita di Miranda, giovane vedova con tre figli, afflitta da una discreta quantità di problemi economici, oltre a quelli emotivi.<br />Un uomo misterioso con un'altrettanto misteriosa busta arriva in città e si dimostra particolarmente propenso nel darle una mano ed elargire massime su pensiero positivo e legge dell'attrazione.<br />Il regista di <i>Tutta colpa dell'amore</i>, <i>Tutti pazzi per l'oro</i> e <i>Il cacciatore di ex</i> regala un'altra classica commediola sentimentale tipicamente americana che, nonostante le pretese esistenzialfilosofiche, non riesce minimamente ad affrancarsi dalla retorica del filone di appartenenza.<br /><br /></div><div>In una parola: sciatto<br /><div>Voto: 5<br /></div><div> </div></div>Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-90238483494336867462021-03-05T12:11:00.005+01:002021-03-05T12:18:11.477+01:00Martin Margiela: In His Own Words<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/v3SZzjTpSjw" width="320" youtube-src-id="v3SZzjTpSjw"></iframe></div><div><br /></div>Regia: Reiner Holzemer<br />Germania, Belgio, Francia 2019, durata: 90 minuti<br /><br /><div>Chi è davvero Martin Margiela?</div><div>Il 29 settembre 2008, a Parigi, la Maison Margiela festeggia il suo 20esimo anniversario. Quella sera stessa lo stilista dice addio alla sua casa di moda.<div>Da sempre avvolto in un alone di mistero, anche all'apice del successo "la stella invisibile della moda" continua a rifiutare la celebrità, preferendole l'anonimato.</div><div>Il documentario ripercorre i momenti salienti della sua vita e della sua carriera: dalla sfilata di Courrèges ammirata in tv all'età di 7 anni, all'universalmente riconosciuta etichetta bianca, passando per gli studi ad Anversa, la passione per i designer giapponesi, l'amore per Brigitte Bardot, il lavoro come assistente di Jean-Paul Gautier, le intuizioni controculturali, il decostruttivismo ispirato a Rei Kawakubo, la prima controversa collezione realizzata per Hermès, l'innovazione dello street casting, le rivoluzioni nel make up...e molto, molto altro ancora.</div><div><br /></div><div>In una parola: ermeneutico</div><div>Voto: 9</div></div><div> </div>Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-68884952603061277872021-02-17T18:27:00.005+01:002022-02-09T18:29:55.312+01:00Vicky Cristina Barcelona<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/Kw67F2Mg8cU" width="320" youtube-src-id="Kw67F2Mg8cU"></iframe></div><div><br /></div><div>Regia: Woody Allen</div>Spagna, Usa 2008, durata: 96 minuti<br /><br />Indubbiamente sul podio dei miei preferiti tra i film scritti da Woody Allen.<div>A differenza di molti dei suoi personaggi più o meno recenti, infatti, quelli di <i>Vicky Cristina Barcelona</i> sono tutt'altro che caricaturali: minuziosamente delineati, visceralmente autentici e totalmente credibili nonostante gli eccessi.<br /><div>Sceneggiatura serrata e brillante, colonna sonora fastidiosamente indelebile.</div><div>Meritatissimo l'Oscar come miglior attrice non protagonista (e la cascata di altri premi) a Penelope Cruz, semplicemente superba nel personaggio di María Elena.</div><div><div><br />Citazione preferita: "Non so quello che voglio, so solo quello che non voglio".</div><div>In tre parole: arte e poesia<br />Voto: 10<div> <br /> </div></div></div></div>Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-86670136847001379082020-12-07T19:47:00.004+01:002020-12-09T19:16:27.869+01:00La Sabiduria<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dw3VTPl5Ayh1OH9ZyoI0kCp9KI0HSacEHOublPtuXWED1mKm7AJ7uIZxMqQcNPU5fydx5udlY0GpysLn4Y4vQ' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></div><div><br /></div>Regia: Eduardo Pinto<div>Argentina 2019, durata: 95 minuti<br /><br />Dopo alcuni presagi nefasti, il tranquillo weekend in campagna di tre giovani donne si trasforma in un inferno senza fine.<br />Film molto forte che sollecita una continua trepidazione e tiene lo spettatore incollato allo schermo fino all'ultimo fotogramma, proprio come un rituale in cui non si riesce a distinguere tra incubo e realtà.<br />Un thriller che ritrae un universo maschile bieco, pericoloso, violento, sadico, malato, assetato di sangue, senza eccezione né possibilità di redenzione; in alcuni momenti del film gli uomini assumono tratti inquietantemente animaleschi.<br />Macabra e cruenta ma di grande impatto la scena della caccia umana.<br />Molto interessante il passaggio scandito dal ritrovamento dei costumi nel baule all'arrivo delle ragazze nel ranch: sembra il cambio di abiti a trasportarle in un universo altro, lontano e fuori dal tempo, insidioso e fatale.<br /><div><br /></div><div>In una parola: funesto</div><div>Voto: 9</div><div> </div></div>Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-29262205292874159952020-12-04T12:53:00.005+01:002020-12-04T15:32:08.627+01:00L'inganno<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/hLOtOvkhpag" width="320" youtube-src-id="hLOtOvkhpag"></iframe></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>Titolo originale: The Beguiled<br />Regia: Sofia Coppola,<br />Usa 2017, durata: 93 minuti<br /><br />Remake de <i>The Beguiled</i> (<i>La notte brava del soldato Jonathan</i>), flop del 1971 con Clint Eastwood, a sua volta tratto dall'omonimo romanzo.<br />Virginia 1864, 3° anno della guerra di secessione, il caporale nordista John McBurney (Colin Farrell) viene salvato, condotto e accudito all'interno del microcosmo femminile dell'oratorio per signorine di Miss Martha (Nicole Kidman).<div>Premio miglior regia al Festival di Cannes.</div><div>Per quanto mi riguarda resta l'impressione che la Coppola riesca ad annullare moolto del potenziale di tensione/spessore delle storie che sceneggia e dirige.<br /><br />In una parola: fioco<br />Voto: 5<br /> </div>Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-58030727994248877852020-11-28T11:41:00.003+01:002020-11-28T11:41:20.652+01:00Spice Boyz<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/mxMmu9EPGyk" width="320" youtube-src-id="mxMmu9EPGyk"></iframe></div><div><br /></div>Regia: Vladimir Zinkevich<br />Bielorussia 2020, durata: 100 minuti<br /><br />Ispirato a un fatto di cronaca nera risalente al 2014 a Gomel, dove una droga allucinogena trasformò un addio al celibato in un incubo ad occhi aperti.<br />Il film presenta una lunga fase di caratterizzazione dei personaggi che permette allo spettatore di empatizzare con alcuni di loro e immergersi a pieno nella storia.<div>Dopodiché, una serie di accadimenti agghiaccianti che si susseguono in un climax fortemente tragico che sembra non finire mai.<br />Lungometraggio d'esordio che funziona veramente bene sotto tutti i punti di vista (regia, sceneggiatura, fotografia, sonoro, montaggio) e crea una tensione crescente a tratti quasi insostenibile.<div>Forte dose di splatter nella seconda parte...personalmente ho dovuto interrompere la proiezione in un paio di momenti: la consapevolezza che si tratti di una storia vera rende la visione ancora più raccapricciante.</div><div>Interpretazione degli attori molto credibile, in particolare quella della damigella.<br />Punte di trash (manifesto già dalla prima scena) che non scadono mai nel ridicolo e rendono il film ulteriormente accattivante.<br />Raccomandazione: attendete la fine dei titoli di coda!<br /><br />In due parole: drammaticamente reale<br />Voto 9</div></div>Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-11524548275772963212020-11-23T17:42:00.001+01:002020-11-24T09:59:55.601+01:00Ritratto della giovane in fiamme<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/yRNDOCC67hA" width="320" youtube-src-id="yRNDOCC67hA"></iframe></div><div><br /></div><div>Titolo originale: Portrait de la jeune fille en feu</div><div>Regia: Céline Sciamma</div><div>Francia 2019, durata: 119 minuti</div><div><br /></div><div>Durante un lungo flashback la giovane pittrice Marianne sbarca su una piccola isola della Bretagna dopo essere stata ingaggiata da una Valeria Golino decisamente inespressiva, con l'obiettivo di realizzare segretamente il ritratto della figlia Héloïse, che dovrà andare presto in sposa a un signore milanese.</div>Il film è piuttosto lento ma si lascia guardare piacevolmente, aleggiando tra atmosfere sospese tendenti al cupo, un lieve senso di oppressione e un altrettanto delicato alone di mistero che continua a lasciarci presagire qualcosa.<br />Superbe Noémie Merlant e Adèle Haenel (precedentemente compagna della regista, che l'aveva diretta nel suo primo lungometraggio <i>Naissance des pieuvres</i> e che fin dall'ideazione le cuce addosso il personaggio di Héloïse).<br /><div><br /><div>Citazione preferita: "È terribile...perché appena mi possedete un po', diventate ostile."</div><div>In una parola: intimo<br /><div>Voto: 8</div></div><div> </div></div>Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-66263926121043688472020-11-15T19:18:00.004+01:002020-11-15T19:36:59.371+01:00Alla mia piccola Sama<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/t6-RJbRS4Nw/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/t6-RJbRS4Nw?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
Titolo originale: For Sama<br />
Regia: Waad al-Kateab,<span face="sans-serif" style="background-color: white; color: #202122; font-size: 14px;"> </span>Edward Watts<br />
Siria, Regno Unito 2019, durata: 100 minuti<br />
<br />
Aleppo, 2011-2016.<br />
Dalle prime rivolte studentesche contro il regime di Assad all'assedio di una città dilaniata e completamente ridotta in macerie.<br />
La personale ribellione di Waad e Hazna, insieme a molti altri, la loro lotta giornaliera di fronte alle tragedie di un conflitto incessante.<div>Il coraggio di rimanere, di amare e di mettere al mondo una creatura innocente, incolpevole dell'orrore che la circonda.<br />Un documentario duro, crudo, a tratti atroce.</div><div>Ma anche dolce, tenero, profondamente toccante. Necessario e inevitabile.</div><div><br />
Citazione preferita: "Io continuo a filmare, mi dà un motivo per essere qui."<br />
In tre parole: lacerante e pervasivo<br />
Voto:10<div> </div></div>Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-37493792001395064212020-04-19T16:08:00.002+02:002020-11-21T14:41:33.430+01:00Miss Sloane - Giochi di potere<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/xG42Am-nRmc/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/xG42Am-nRmc?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
Titolo originale: Miss Sloane<br />
Regia: John Madden<br />
Francia, Usa 2016, durata: 132 minuti<br />
<br />
"Una lobbista deve prevedere, deve anticipare le mosse del suo avversario e trovare le contromisure. Chi vince trama un passo avanti ai suoi nemici e svela gli assi nella manica dopo che gli altri hanno svelato i loro."<br />
Apre così Elizabeth Sloane, una Jessica Chastain superba che non può che ammaliare lo spettatore, già incollato allo schermo da un soggetto intrigante e ritmo/sceneggiatura ininterrottamente incalzanti.<br />
Un film che si guarda tutto d'un fiato e lascia un brivido lungo la schiena.<br />
<br />
Citazione preferita: "A un lobbista convinto non basta solo credere nella sua capacità di vincere."<br />
In una parola: sismico<br />
Voto: 9<br />
Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-30967913544665838412016-03-03T19:05:00.000+01:002016-03-03T19:38:47.241+01:00The Hateful Eight<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/AljKC5utdBY/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/AljKC5utdBY?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
Regia: Quentin Tarantino<br />
Usa 2015, durata: 187 minuti (70 mm), 167 minuti (digitale)<br />
<br />
Wyoming post guerra civile, una diligenza e relativo cocchiere sotto la bufera di neve, una latitante diretta alla forca di Red Rock, due cacciatori di taglie, una lettera del presidente Lincoln, un neo-sceriffo poco credibile, l'emporio di Minnie, un messicano per niente raccomandabile, un boia ammiccante dal linguaggio compito, un cowboy che sembra voler rimanere in disparte, un pacato generale in pensione, del caffè che non lascia scampo, uno stufato di dubbia rivendicazione, una chitarra e svariate pistole.<br />
Con quasi tre ore di dialoghi piuttosto prevedibili tra una serie di personaggi altrettanto scontati Tarantino sbandiera di fronte al mondo la sua capacità di fare Cinema anche senza inventare assolutamente nulla, rifilando allo spettatore la solita vecchia minestra riscaldata.<br />
Musicalmente di grandissimo impatto la scena in cui Joe Gage (Michael Madsen) segue le tracce di sangue sulla neve.<br />
Jennifer Jason Leight semplicemente stupenda.<br />
Doppiaggio italiano veramente tremendo.<br />
<br />
In una parola: automasturbatorio<br />
Voto: 7<br />
Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-18828572554904736612016-02-08T18:31:00.000+01:002016-02-08T18:31:26.635+01:00Il fascino indiscreto dell'amore<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/hTbUoUwDxGA/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/hTbUoUwDxGA?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Titolo originale: Ni d’Eve, ni d’Adam</div>
Regia: Stefan Liberski<br />
Belgio, Francia, Canada 2014, durata: 100 minuti<br />
<br />
Adattamento cinematografico del romanzo <i>Né di Eva né di Adamo</i> di Amélie Nothomb, <i>Il fascino indiscreto dell'amore </i>racconta del ritorno della giovane Amélie nella sua patria natale, il Giappone. Pellicola di formazione incentrata sulla scoperta di sé attraverso l'esplorazione dei propri sentimenti, interessa quasi esclusivamente per gli scorci della cultura nipponica.<br />
Titolo e trailer più accattivanti di quanto non sia in realtà il film.<br />
<br />
In tre parole: rarefatto e passeggero<br />
Citazione preferita: "Mi ha insegnato che si può sfuggire alla morte, cioè all'idea che ognuno ha di sé. Avevo 20 anni, non avevo ancora trovato quello che cercavo, ed era per questo che adoravo la vita."<br />
Voto: 6<br />
Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-76836670409890276682015-11-26T19:01:00.001+01:002020-04-13T08:29:39.562+02:00The Lobster<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/uCUTafEJoHU/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/uCUTafEJoHU?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
Regia: Yorgos Lanthimos<br />
Grecia, Regno Unito, Irlanda, Paesi Bassi, Francia 2015, durata: 118 minuti<br />
<br />
In una società in cui è illegale essere single, per chi ha la sfortuna di diventarlo (tradito/a, divorziato/a, vedovo/a...) si prospetta un soggiorno forzato in un hotel in cui avrà 45 giorni di tempo per trovare un/a compagno/a. Ma due single potranno formare una coppia solo se hanno almeno una caratteristica molto rilevante in comune, per esempio entrambi dovranno essere miopi, zoppicare o soffrire di epistassi. Dopo i 45 giorni chi non "trova" viene trasformato in un animale. Nel bosco vivono i "solitari", scappati dall'hotel e da una società che rifiutano. Anche il loro è un microcosmo con regole ben precise: non possono flirtare né baciarsi e ascoltano solo musica techno dal momento che è l'unica ballabile ognuno per conto proprio; sono costantemente in fuga dagli ospiti dell'hotel che si addentrano nel bosco per cacciarli e aggiudicarsi così un prolungamento del soggiorno.<br />
La sceneggiatura fredda, tagliente e straniante delinea un film che si rivela più cinico del previsto, non solo critica alla società moderna ma anche all'ipocrisia che caratterizza molti rapporti umani,<br />
<br />
In una parola: distopico<br />
Voto: 8<br />
Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-68511421817981187342015-06-02T18:44:00.000+02:002015-07-19T17:27:25.266+02:00Il passato è una terra straniera<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/y4UWKDcE63w/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/y4UWKDcE63w?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
Regia: Daniele Vicari<br />
Italia 2008, durata: 120 minuti<br />
<br />
Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex magistrato Gianrico Carofiglio, il film racconta di Giorgio (Elio Germano), bravo ragazzo ad un passo dalla laurea in giurisprudenza, la cui vita prende un risvolto inaspettato quando ad una festa conosce Francesco (Michele Riondino), che lo trascinerà in un vortice d'illegalità fatto di gioco d'azzardo, relazioni pericolose, droghe e chi più ne ha più ne metta.<br />
Mi sono sempre piaciuti i film che raccontano questo genere di storie borderline. Ma questo non mi ha particolarmente convinto. Anzi in realtà mi ha profondamente turbato. L'incontro tra i due protagonisti mi è sembrato alquanto forzato e poco credibile. Così come alcune figure, quella della sorella di Giorgio ad esempio, messe lì un po' a buffo, come direbbero a Roma. E, cosa che accade raramente, mi è parso anche particolarmente lungo.<br />
<br />
In una parola: disturbante<br />
Voto: 6<br />
Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-6597737785608240772015-05-05T23:31:00.000+02:002015-05-05T23:59:57.179+02:00La famiglia Bélier<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/UOHtcFR4nfw/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/UOHtcFR4nfw?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
Titolo originale: La Famille Bélier<br />
Regia: Éric Lartigau<br />
Francia 2014, durata: 105 minuti<br />
<br />
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Paula è una sedicenne francese cresciuta in una famiglia di sordomuti; ogni giorno si occupa della gestione di molti aspetti della vita lavorativa e sociale della propria famiglia: dalla mungitura delle mucche alla vendita del formaggio al mercato, dai rapporti telefonici con la banca alle traduzioni dal medico...Paula è il ponte tra i suoi genitori e tutti coloro che non parlano la lingua dei segni, ovvero la maggior parte del resto del mondo. Quando scopre di avere un talento speciale per il canto si trova di fronte alla fatidica scelta: rimanere ancorata alla quotidianità familiare o spiccare il volo alla ricerca del proprio futuro.<br />
Il film è liberamente ispirato al romanzo autobiografico <i>Les mots qu'on ne me dit pas</i> di Véronique Poulain, nipote di un noto comico d'oltralpe.</div>
<div>
Stupenda Louane Emera, così come i "genitori", François Damiens e Karin Viard.</div>
<div>
Maa...l'insegnante di musica non ricorda terribilmente Paolo Kessisoglu?!</div>
<div>
<br />
In due parole: teneramente piacevole<br />
Citazione preferita: "Essere sordi non è un handicap, è un'identità."<br />
Voto: 7<br />
</div>
Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-79522270410068373482015-05-02T23:08:00.001+02:002015-07-19T17:34:36.200+02:00Venere in pelliccia<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/0s6NSa2MI88/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/0s6NSa2MI88?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
Titolo originale: La Vénus à la fourrure<br />
Regia: Roman Polanski<br />
Francia 2013, durata: 96 minuti<br />
<br />
Adattamento dell'omonima pièce teatrale del co-sceneggiatore David Ives, a sua volta ispirata al romanzo di Leopold von Sacher-Masoch, antesignano del masochismo e padre inconsapevole del termine.<br />
Polanski orchestra un magistrale gioco di scatole cinesi, una matrioska di conturbante perversione, uno squisito esperimento metanarrativo.<br />
Nel ruolo della protagonista Emmanuelle Seigner, moglie del regista, già impersonificante il perturbante e il demoniaco ne <i><a href="http://singhiozzidicinema.blogspot.com.es/search/label/La%20Nona%20Porta" target="_blank">La nona porta</a>.</i><br />
<br />
In una parola: pirandelliano<br />
Citazioni preferite: "Tutti siamo facilmente spiegabili ma restiamo inestricabili." "La vita fa di noi quello che siamo in un momento imprevedibile."<br />
Voto: 9<br />
Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-22297676357601808172015-04-03T20:04:00.004+02:002020-11-15T15:13:20.789+01:00Loreak<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dzMLAPkpyruoAMFHPvb_njoMVJKnnSIgMzqJNpguLZKjOiwUQgj2X-tNDKOhlB5Nzfr1ctzYu5_SZohYiwIEg' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div>
Regia: Jon Garaño, Jose Mari Goenaga<br />
Spagna 2014, durata: 99 minuti<br />
<br />
Seconda pellicola della coppia Garaño-Goenaga dopo <i>80 egunean </i>(<i>80 giorni</i>).<br />
Ane è una signora sposata alla quale inizia a venire recapitato un mazzo di fiori ogni settimana, sempre alla stessa ora e senza alcun biglietto.<br />
I fiori, <i>loreak</i> in lingua basca, saranno il filo conduttore di esistenze apparentemente separate destinate ad intrecciarsi drammaticamente.<br />
Regia e fotografia sopraffine.<br />
<br />
In due parole: spietatamente reale<br />
Voto: 8<br />
Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-50188560746606456212015-02-27T22:33:00.004+01:002020-11-15T17:50:29.362+01:00Allacciate le cinture<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://ytimg.googleusercontent.com/vi/4Iyc54Bkeqk/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="http://www.youtube.com/embed/4Iyc54Bkeqk?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<span id="goog_138138214"></span><span id="goog_138138215"></span><br />
Regia: Ferzan Özpetek<br />
Italia 2014, durata: 110 minuti<br />
<br />
Sulla scia di <i>Magnifica presenza</i>, ormai lontano anni luce dalla sensibilità e dalle atmosfere de <i>Le fate ignoranti</i>, Özpetek ci propina un melodramma del tutto privo di romanticismo, di profondità e soprattutto di originalità.<br />
Contraddistinto da una recitazione a tratti penosa (additare Arca equivarrebbe a sparare sulla Croce Rossa) e dalla sciatteria della sceneggiatura, <i>Allacciate le cinture </i>è pervaso da un'insensatezza di fondo che non lascia scampo.<br />
<span class="st">È</span> un tipico esempio del risultato che si ottiene quando si vuole a tutti i costi raccontare una storia senza avere di fatto nessuna storia da raccontare.<br />
<br />
In una parola: squallido<br />
Voto: 2<br />
<br />Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-27850011080291431342015-01-01T21:50:00.000+01:002016-01-26T21:13:56.985+01:00Il sale della terra<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/kJvICo1xCd8?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe> </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Titolo originale: The salt of the earth</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Regia: Wim Wenders, <span style="font-family: inherit;">Juliano Ribeiro Salgado</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Brasile, Italia, Francia 2014, durata: 100 minuti</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
Attraverso immagini di disarmante bellezza il documentario racconta di come un giovane Sebastião Salgado abbandonò la promettente carriera di economista in favore della passione per la fotografia e di come, incoraggiato e supportato dalla moglie Leila, diede vita a incredibili reportage di stampo umanitario e sociale; dalle campagne dell'America Latina, alla devastante miseria delle popolazioni africane, fino alla produzione di <i>Genesi</i>, la sua lettera d'amore alla terra, per la quale il fotografo brasiliano ha consacrato 12 anni di lavoro e ricerche.<br />
Wim Wenders gira il film due volte, una riprendendo per diverse settimane in modo piuttosto convenzionale, sedendosi ad un tavolo ad ascoltare i racconti di Salgado, la seconda in maniera molto più intima, lasciando che il fotografo si confronti esclusivamente con le proprie fotografie: all'interno di una camera oscura, infatti, Sebastião non vede altro che i suoi scatti, posti su uno specchio semitrasparente dietro al quale si trova la macchina da presa.<br />
Da vedere in lingua originale sottotitolato.<br />
<br />
Citazione preferita: "Un fotografo è letteralmente qualcuno che disegna con la luce."<br />
In una parola: toccante<br />
Voto: 9<br />
Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-8589373002541701192014-10-23T23:00:00.000+02:002015-07-19T17:49:27.728+02:00L'appartamento spagnolo<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/CCs6AzLeNQI?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
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Titolo originale: L'auberge espagnole<br />
Regia: Cédric Klapisch<br />
Francia, Spagna 2002, durata: 122 minuti<span style="mso-ansi-language: IT;"> </span><br />
<br />
<span style="mso-ansi-language: IT;">(Rivedere questo film
mentre si è in Erasmus a Barcellona rischia di far sorgere qualche dubbio sulle potenziali ragioni
inconsce che potrebbero aver influito nella scelta della destinazione.)</span><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="mso-ansi-language: IT;">Xavier, che da bambino sognava di diventare scrittore, è a tanto così dall'ottenere quel posto al Ministero che farebbe la gioia sua forse no ma del padre sicuramente; unico intoppo: non conoscere il mercato spagnolo. Xavier decide così di a</span><span style="mso-ansi-language: IT;"><span style="mso-ansi-language: IT;">bbandonare la fidanzata Martine e la madre logorroica (che ricorda un po' la Fiona di <i>About a boy</i>)</span> e andare a trascorrere un anno a Barcellona.</span><br />
<span style="mso-ansi-language: IT;">Ne <i>L'appartamento spagnolo</i> l'ironia tipicamente francese tende più allo scherzoso che al sofisticato e, se si chiude un occhio sulla parentesi un po' riduttiva della seduzione della donna, l'intero film risulta simpatico e delicato.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="mso-ansi-language: IT;">Ancora da vedere i sequel, <i>Bambole russe </i>e <i>Rompicapo a New York</i>.</span> </div>
<br />
In cinque parole: split screen e colori kitsch <br />
Voto: 8<br />
Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-48719967579757248962014-08-17T00:08:00.000+02:002015-05-02T22:43:34.937+02:00Gigolò per caso<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/w5jKpTJ6WwM?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe> </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Titolo originale: Fading Gigolo</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Regia: John Turturro</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Usa 2013, durata: 98 minuti </div>
<br />
Caro John Turturro, d'accordo scimmiottare Woody Allen dal soggetto ai temi alle musiche, va bene autocelebrarsi come uomo affascinante e abile amante, ti perdoneremo anche l'abominevole sceneggiatura, ma il microfono che spunta dall'inquadratura...quello ti prego no!<br />
<br />
Citazione preferita: "Sì è la mia dottoressa ma chi ti dice che non sia una psicopatica assassina con la mannaia?"<br />
In una parola: stentato<br />
Voto: 3<br />
Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-2327663534419540972014-08-02T22:56:00.000+02:002015-11-20T17:41:38.602+01:00La duchessa<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/FFg-oduezDs?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
Titolo originale: The Duchess<br />
Regia: Saul Dibb <br />
Gran Bretagna, Francia, Italia 2008, durata: 108 minuti<br />
<br />
Basato sulla biografia di Amanda Foreman, racconta la vita di Georgiana Spencer, duchessa del Devonshire dal 1774, donna fascinosa ed influente, considerata l'imperatrice della moda del tempo.<br />
Il punto di forza del film, che tende un po' allo struggente, sono le interpretazioni di Ralph Fiennes e Keira Knightley.<br />
A parte alcune imprecisioni storiche, i dettagli sono molto curati, soprattutto i costumi di Michael O'Connor, al quale sono valsi un Oscar.<br />
<br />
In due parole: relativamente coinvolgente<br />
Citazione preferita: "Voi avete innumerevoli modi di esprimervi, invece noi dobbiamo limitarci ai nostri cappelli e vestiti."<br />
Voto: 7<br />
<br />Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-80037856325560898442014-06-11T17:11:00.005+02:002020-11-15T15:23:15.620+01:00Le meraviglie<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dxx50t0XgIFejGdKSrLx5S9QkcafWVOPvLKPX6x6hLUMWiKCWCSYqLVqeG7cZn_IZORK8sG2ThKl6_TMQ_iPQ' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
Regia: Alice Rohrwacher<br />
Italia, Svizzera, Germania 2014, durata: 110 minuti <br />
<br />
La regista trae ispirazione da alcuni elementi autobiografici come le origini e il lavoro del padre, apicoltore, per costruire uno spaccato di vita delimitato nello spazio, una campagna rurale tra Umbria, Lazio e Toscana, meno nel tempo.<br />
Il film racconta una realtà bucolica che non è ancora stata contaminata dalla modernità, scandita dai ritmi del lavoro e imprescindibile da esso.<br />
La regia, delicata anche se non pulitissima, è di stampo chiaramente documentarista; non mancano alcuni elementi surreali e qualche picco di lentezza.<br />
L'innaturalezza della Bellucci è icastica, come la trashissima canzone di Ambra.<br />
Il finale non risulta particolarmente convincente. <br />
Il più grande difetto delle sorelle Rohrwacher rimane comunque l'avere un cognome impronunciabile.<br />
<br />
In due parole: da festival<br />
Voto: 6<br />
Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-57466729515592813782014-02-28T15:12:00.000+01:002015-05-02T23:03:10.201+02:00Cenerentola a Parigi<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/X6VLdVrVQGQ?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
Titolo originale: Funny Face<br />
Regia: Stanley Donen (<i>Cantando sotto la pioggia</i>, <i>Sette spose per sette fratelli</i>)<br />
Usa 1957, durata: 103 minuti<br />
<br />
Dick Avery (Fred Astaire), intuitivo fotografo di una storica rivista di moda, trasforma un'intellettuale e trasandata commessa di libreria (Audrey Hepburn) in una sofisticata modella che incarna il nuovo ideale della donna americana.<br />
Il personaggio maschile è dichiaratamente ispirato alla figura di Richard Avedon; il fotografo stesso, infatti, si occupò della supervisione delle riprese.<br />
Così come per <i>Sabrina</i>,<i> </i>lo stilista Hubert de Givenchy fu incaricato di realizzare i costumi parigini della Hepburn, mentre il resto del guardaroba venne affidato ad Edith Head, la costumista più premiata della storia del cinema.<br />
Al contrario di quanto accadrà con <i>My Fair Lady, </i>in questo film l'attrice canta senza essere doppiata; sua madre compare in un piccolo cameo.<br />
Fred Astaire aveva recitato anche nell'omonimo musical di Broadway del 1927.<br />
<br />
In una parola: zuccheroso<br />
Citazione preferita: "Una rivista dev'essere come un essere umano: se entra in una casa deve dare il suo contributo."<br />
Voto: 7<br />
Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7950246683850985875.post-63586559469996879312014-02-23T22:46:00.001+01:002015-05-02T23:03:47.958+02:00The Counselor - Il Procuratore<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/6OGPE80POnw/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="http://www.youtube.com/embed/6OGPE80POnw?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
Titolo originale: The Counselor<br />
Regia: Ridley Scott<br />
Soggetto e sceneggiatura: Cormac McCarthy<br />
Usa, Regno Unito 2013, durata: 117 minuti <br />
<br />
Sicuramente per una storia tanto priva di originalità non era necessario scomodare questo po' po' di cast: tra cartello messicano, snuff movies e qualche aneddoto gratuito, il continuo ed estenuante "non detto" di McCarthy tedia lo
spettatore (già provato da un Michael Fassbender piatto, un Javier Bardem grottesco, un Brad Pitt e una Penelope Cruz ininfluenti) fino al limite della sopportazione. Il personaggio di Cameron Diaz è una caricatura della donna fatale; la battuta "sono famelica", poi, è di una tristezza non indifferente.<br />
Un film lento, noioso, scontato dall'inizio alla fine.<br />
<br />
In quattro parole: un cappio al collo <br />
Citazione preferita: "La verità non ha temperatura."
<br />
Voto: 2 <br />
Marta Rossi Castelvetrohttp://www.blogger.com/profile/08601972539532364673noreply@blogger.com0