"Ero diventato membro di quella che in quei giorni era una specie di massoneria, la massoneria dei cinefili, quelli che chiamavamo malati di cinema. Io ero uno degli insaziabili, uno di quelli che si siedono vicinissimi allo schermo. Perché ci mettevamo così vicino? Forse era perché volevamo ricevere le immagini per primi, quando erano ancora nuove, ancora fresche, prima che sfuggissero verso il fondo, scavalcando fila dopo fila, spettatore dopo spettatore, finché sfinite, ormai usate, grandi come un francobollo, non fossero ritornate nella cabina di proiezione. Forse lo schermo era veramente uno schermo. Schermava noi, dal mondo."

mercoledì 18 dicembre 2013

Stoker


Regia: Park Chan-wook
Soggetto: Ted Foulke alias Wentworth Miller
Usa, Regno Unito 2013, durata: 99 minuti

In seguito alla morte del padre India Stoker scopre di essere stata tenuta all'oscuro dell'esistenza di un misterioso e affascinante zio.
Per la ragazza inizia così un tormentato percorso di scoperta della propria realtà familiare e della propria natura.
Attraverso una regia raffinata e un montaggio sapientemente schizofrenico il regista sudcoreano dà vita ad un thriller dichiaratamente vampiresco, delineato da atmosfere hitchcockiane, claustrofobiche e angosciose.
Ma la figura della madre, una Nicole Kidman fredda e anaffettiva, risulta smaccata ed esasperata, una falla nel già fragile equilibrio psicologico della narrazione, il cui cardine vorrebbe essere la consapevolezza dell'inevitabilità
(ed ereditarietà?) del male e la libertà che ne deriva.
Interessante la simbologia del ragno, suggestione che ritorna più volte.

In due parole: prevedibilmente inquietante
Citazione preferita: "Come a una gonna serve il vento per gonfiarsi, anche io prendo forma grazie a cose che non appartengono a me"
Voto: 6
          

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