"Ero diventato membro di quella che in quei giorni era una specie di massoneria, la massoneria dei cinefili, quelli che chiamavamo malati di cinema. Io ero uno degli insaziabili, uno di quelli che si siedono vicinissimi allo schermo. Perché ci mettevamo così vicino? Forse era perché volevamo ricevere le immagini per primi, quando erano ancora nuove, ancora fresche, prima che sfuggissero verso il fondo, scavalcando fila dopo fila, spettatore dopo spettatore, finché sfinite, ormai usate, grandi come un francobollo, non fossero ritornate nella cabina di proiezione. Forse lo schermo era veramente uno schermo. Schermava noi, dal mondo."

sabato 5 maggio 2012

Diaz


Regia: Daniele Vicari
Italia, Francia, Romania 2012, durata: 127 minuti

Un film che tutti dovrebbero vedere. Per poi riflettere sul perchè, in prossimità della sua uscita in sala, il Ministero dell'Interno abbia divulgato una circolare che vieta agli agenti di polizia di rilasciare interviste o partecipare a convegni e dibattiti sul tema, previa autorizzazione dell'Ufficio Relazioni Esterne del Dipartimento della Polizia di Stato.

In tre parole: per non dimenticare
Voto: 10
             

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