"Ero diventato membro di quella che in quei giorni era una specie di massoneria, la massoneria dei cinefili, quelli che chiamavamo malati di cinema. Io ero uno degli insaziabili, uno di quelli che si siedono vicinissimi allo schermo. Perché ci mettevamo così vicino? Forse era perché volevamo ricevere le immagini per primi, quando erano ancora nuove, ancora fresche, prima che sfuggissero verso il fondo, scavalcando fila dopo fila, spettatore dopo spettatore, finché sfinite, ormai usate, grandi come un francobollo, non fossero ritornate nella cabina di proiezione. Forse lo schermo era veramente uno schermo. Schermava noi, dal mondo."

martedì 2 giugno 2015

Il passato è una terra straniera


Regia: Daniele Vicari
Italia 2008, durata: 120 minuti

Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex magistrato Gianrico Carofiglio, il film racconta di Giorgio (Elio Germano), bravo ragazzo ad un passo dalla laurea in giurisprudenza, la cui vita prende un risvolto inaspettato quando ad una festa conosce Francesco (Michele Riondino), che lo trascinerà in un vortice d'illegalità fatto di gioco d'azzardo, relazioni pericolose, droghe e chi più ne ha più ne metta.
Mi sono sempre piaciuti i film che raccontano questo genere di storie borderline. Ma questo non mi ha particolarmente convinto. Anzi in realtà mi ha profondamente turbato. L'incontro tra i due protagonisti mi è sembrato alquanto forzato e poco credibile. Così come alcune figure, quella della sorella di Giorgio ad esempio, messe lì un po' a buffo, come direbbero a Roma. E, cosa che accade raramente, mi è parso anche particolarmente lungo.

In una parola: disturbante
Voto: 6
                 

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